mercoledì 19 settembre 2007

pampini & palandrane

oggi è giorno di vendemmia.

ci si sveglia presto, la mattina, per non lavorare nel sole. ci si sveglia presto, perché poi, dovesse anche cadere il cielo, a mezzogiorno bisogna essere a tavola altrimenti i vecchi non digeriscono. ci si sveglia presto, perché poi nel pomeriggio si deve finire il vino dell'anno prima, quello che inutilmente occupa ancora la cantina.
la vendemmia è questione di famiglia. ed è questione delicata ed importante. sopralluoghi esplorativi a distanza di pochi giorni già da un mese prima, per controllare tutti insieme maturazione e qualità. poi si deve guardare la luna, gli impegni lavorativi dei sottopagati lavoratori volontari (studenti, operai, impiegati). infine si stabilisce la data. le modalità sono sempre le stesse, figlie della stessa (dis)organizzazione che regna ormai da generazioni.

la vendemmia è gioia, confusione, bambini e cani a rincorrersi tra i filari, mamme e nonne con le cesoie in mano tipo film horror. la vendemmia è silenzio, rispetto, abnegazione in attesa del verdetto del Babo su quanto sarà forte. la vendemmia è pane e salame per accompagnare il bicchiere di quello vecchio dopo il lungo lavoro. la vendemmia sono stivali e scarponi, mani viola e ginocchia verdi.

il vino è compagnia, è festa, è star bene. ma si deve prepararla bene, la festa. un vino pessimo distrugge la migliore delle feste. ed è arte, la sottile e vecchia arte del fare il vino che i nostri vecchi sanno perché gliel'hanno insegnata i loro vecchi, a cui l'avevano insegnata a loro volta i loro vecchi. come in un immenso telefono senza fili giocato da vecchietti sordi. cioè si perdono i pezzi e tutto si confonde. infatti il vino di casa mia fa schifo, è aspro e poco gustoso. ma il piacere di vederlo nascere sotto le proprie dita ripaga del cattivo gusto in gola e del mal di testa dopo il primo bicchiere.


domani è giorno di lauree.

cioè delle lauree dei provetti chimici che per due anni hanno condiviso con me banchi, banconi, macchinette, appunti e bigliettini. non i geniacci, quelli si sono già laureati a luglio, ma quelli normali, quelli che come me hanno passione ma anche una vita fuori dall'università. quelli con cui puoi ridere, scherzare, parlare di calcio, musica, politica, donne.

non so come sia una laurea, non ci sono mai andato ad una. immagino professori seri nelle loro uniformi accademiche e studenti tiratissimi per il momento più solenne della loro carriera universitaria. mi immagino sorrisi e strette di mano, tensione, lacrime e tante parole inutili. immagino sigarette, caffè, fiori, biglietti, cravatte e tailleur. mi immagino quando ci sarò io, forse, un giorno...

2 commenti:

Giovanni Prestige ha detto...

Nell'attesa del tuo giorno solenne, rifletti sulla seguente:

"Il vino tira fuori il meglio di noi stessi" (Socrate)

-Giovanni

PS: bastardo, linkami di nuovo. Una volta ogni tre mesi aggiorno!

pappagheno ha detto...

il link a Esquentador Inteligente è di nuovo nella barra a sinistra, tranquillo.