venerdì 30 maggio 2008

se fossi io il commisario tecnico della nazionale...

... gli Europei li vinceremmo così:

Buffon; Zambrotta, Cannavaro, Chiellini, Panucci; De Rossi, Gattuso, Pirlo, Camoranesi; Del Piero, Toni

mercoledì 28 maggio 2008

la mania del momento

qualche settimana fa ho avuto il piacere di ascoltare dal vivo Carlo Lucarelli parlare del suo ultimo libro, della sua attività di giallista, del romanzo noir.

all'incirca ha detto questa cosa:
ci sono due modi di raccontare una storia. un bambino che torna da scuola può dire "stamattina la maestra a scuola ha fatto bla bla bla".
a me invece piace raccontarla così: "non immaginerete mai cosa ha fatto stamattina a scuola la maestra". poi mi verso un bicchiere d'acqua e lo bevo molto, molto lentamente.


e mi è tornata la voglia di gialli. come tanti anni fa, quando mi affascinava la capacità di collegamento e la staordinaria conoscenza dell'animo umano di Miss Marple (che poi sarebbe diventato anche il nome della mia sorellina a quattro zampe), o la pigrizia carica di arguzia di Nero Wolfe, o ancora la metodicità solida, razionale, matematica di Ellery Queen. l'ingegno e il sarcasmo di Hercule Poirot, la classicità della forma e dei modi di Sherlock Holmes e, più di tutti, la semplicità e la sanguinità del commissario Maigret.

così, grazie soprattutto alla passione condivisa da a.p., ho iniziato a divorarmi il sovrintendente Coliandro, l'ispettore Grazia Negro, il commissario De Luca. e tutto il resto della produzione dell'abbondante scrittore bolognese.
sempre vestito di nero, perché smagrisce...

lunedì 26 maggio 2008

quarantaseiesimo esame passato

ultimo, per ora

domenica 18 maggio 2008

ridondanza

La vittoria dello scudetto da parte dell'Inter è una ennesima (e non necessaria) conferma. La giustizia divina non esiste!

martedì 13 maggio 2008

in attesa di diventare un ricercatore

sabato 10 maggio 2008

una serata diversa #6

Torino, Fiera internazionale del libro, Sala gialla, ore 21
Giovanni Allevi presenta il suo libro La musica in testa

la Fiera del libro (già Salone del libro) è forse ciò di cui Torino va più orgogliosa in Italia e in Europa. in nessun altro luogo si riesce a raggiungere una tale densità di eventi culturali come nel weekend della Fiera. e ne siamo contenti, felici, orgogliosi, vogliosi.

tra le tante proposte Giovanni Allevi è stata una folgorazione, appena notato il nome sul programma. per la magia che sprigiona il suo pianoforte, per le emozioni presenti e passate che l'hanno avuto come sottofondo. e per il personaggio, quasi un cartone animato iper ansioso, con una vita da film e un presente da palcoscenico.

ascoltarlo raccontare il suo difficile passato e riderci sopra con lui dà speranza che per tutti ci sia una speranza se si crede in ciò che si fa e soprattutto in ciò che si sogna.
poi carezza la tastiera e si siede a suonare Back to life. da brividi, e poi da applausi.

venerdì 9 maggio 2008

a futura memoria

per evitare, eventualmente, di dimenticare in che paese viviamo, consiglio di seguire il mio modestissimo esempio:

affiggiamo in una parte della casa ben visibile continuamente (io l'ho fatto sul guardaroba) la pagina del Corriere della Sera di ieri con le facce dei ministri della Repubblica e le relative biografie.

metti mai che un giorno ci venga in mente di votarli...

lunedì 5 maggio 2008

la scoperta dell'ingiustizia

a Saluzzo una volta c'erano due scuole medie. le avevano costruite insieme, negli anni '60, una vicina all'altra. identiche, coi mattoni a vista, esagonali. una sorta di razionalismo e funzionalismo in due edifici col tetto piatto a due piani. le avevano intitolate a due illustri cuneesi: Vittorio Bersezio e Luigi Einaudi.

i giardini che circondano gli edifici, il campetto e la palestra, in un impeto di socialismo quasi extraterrestre nella terra della Democrazia Cristiana al 75%, vennero dedicati alla Rosa Bianca.

negli anni '80 i giardini delle medie erano il coacervo e il rifugio di tutti gli emarginati della città. ci dormivano i senzatetto di vecchia scuola, ubriaconi mai molesti e scemi del villaggio assortiti. ma anche i primi marocchini, che marocchini lo erano difficilmente, più spesso algerini e tunisini. i primi vuccumprà, che facevano tanta tenerezza alle beghine supercattoliche che si compravano venti inutili accendini per volta e offrivano, immancabilmente, panini al prosciutto e bicchieri di vino. quelle che oggi, per intenderci, urlano contro l'invasione dei negri e votano Lega Nord.

alla fine degli anni '80 comparvero anche i primi strafattoni, trasformati ben presto in tossici. si spacciava, davanti alle medie. e ci si bucava, dietro le medie, là dove i giardinetti non curati digradavano verso il Rio Torto. ma mai nessuno che portasse via le siringhe usate!

quando, a settembre del 1996, ci sono arrivato io, le scuole medie erano diventate la Scuola Media Statale Unificata, in perenne attesa di un nome definitivo, come sadicamente ci faceva scrivere (in bella grafia!) la prof di italiano in cima al foglio protocollo dei temi.

verso febbraio iniziava l'evento che catturava l'attenzione di tutta la scuola: i tornei per classi. pallamano per le prime, pallavolo per le seconde, pallacanestro per le terze. vincere il torneo era considerato una vittoria assoluta, concedeva l'onore di essere premiati dal preside (lo stesso dai tempi in cui alle medie ci andava mio padre) l'ultimo giorno dell'anno.

così la I D (forse il peggior raggruppamento di stronzi che io ricordi, a parte poche eccezioni) giunse alla finale del torneo di pallamano. a seguire la partita, contro l'odiata I E, c'era tutta la scuola. tutti, anche quelle di terza con già le tette pronunciate che ci facevano fare brutti e peccaminosi pensieri.

eravamo pari, mancavano pochi secondi. Olivero, dalla porta, lancia lungo per Gaeta, passaggio dietro la schiena per Mariotta che vede Pelazza libero sulla fascia (Pelazza, come ho fatto a dimenticarti?). dalla panchina l'ho visto alzarsi altissimo, come Maradona contro l'Inghilterra ai mondiali dell'86. il tiro aveva dentro tutta la rabbia di chi vuole vincere. e veloce, rapido, fulmineo, si stampa sul palo per rimbalzare via verso il campo mentre l'arbitro fischia la fine.

la I D scoppia in grida e festeggiamenti. era il palo interno della porta ad essere stato colpito, era gol. ne siamo certi, ne è certa la I E, ne è certo l'arbitro, ne sono certe le tette di quelle di terza che rimbalzano mentre saltano. mentre partono i coretti che un giorno sarebbero scomparsi soppiantati dai White Stripes, il gelo. la nostra prof, traditrice infame, dal tavolo del cronometro, segnala che ad essere stato colpito è il palo esterno e quindi la partita è finita in pareggio, si deve andare ai supplementari.

l'incredulità generale si trasforma in risentimento e poi in odio quando infine perdiamo ai supplementari. da allora nessuno avrebbe più dato retta a quella strega, dando vita ad improvvisi scioperi della corsa puniti con lezioni teoriche di sport di squadra.

così ho conosciuto il male che provoca l'ingiustizia. e periodicamente sogno il momento in cui abbiamo perso il torneo di pallamano. come ieri notte...

sabato 3 maggio 2008

la seconda carica dello stato

[sic!]