giovedì 31 gennaio 2008

il vostro credito mi lusinga

l'università italiana soffre di molti e svariati problemi. forse il meno importante, ma uno dei più sentiti dagli studenti è l'esplosione del numero degli esami. Sembrano millenni fa, ma fino a sette-otto anni fa ci si laureva in chimica con 19 esami in quattro anni. oggi ne abbiamo 48 in tre anni. e la nostra laurea vale quanto un rotolo di carta igenica in una casa di stitici.

ieri ho avuto il piacere di dare un esame. avrei dovuto festeggiare, credo, per averlo passato. ma che cazzo c'è da festeggiare quando il tuo esame vale 1/180 della tua laurea? venti minuti di interrogazione per 1 credito sono davvero una presa pel culo. ma si sopporta, si china la testa e si comincia a studiare per il prossimo esame. enorme, 3 crediti!

l'università italiana ha dei grossi meriti. ad esempio, aiuta la cultura extrauniversitaria dei propri iscritti. leggetevi qui la blogcronaca della mattinata in rettorato. il risultato è uno splendido scintillante Abbonamento Musei nel portafoglio, pronto ad essere sfoggiato ad ogni occasione.

martedì 29 gennaio 2008

il saggio disse #6

lieve svenire per sempre persi dentro di noi

meglio del perdersi in fondo all'immobile
meglio del sentirsi forti nel labile

(Marlene Kuntz)

sabato 26 gennaio 2008

le parole della settimana #2

sociale e antisociale

il motivo è semplice. adoro quella vecchia canzone di Guccini.
e questa settimana, mi pare, è tornata particolarmente d'attualità. l'ipocrisia, il doppiogiochismo, il voltafaccismo, il centrismo esasperato, il cattolicesimo di facciata, la menzogna istituzionalizzata regnano in parlamento. in attesa di rilassarsi dalle fatiche politiche con un paio di escort in un albergo di lusso. una volta andavano a puttane, ora sono le puttane che vanno da loro...

giovedì 24 gennaio 2008

amaro in bocca

il governo Prodi cade.
un coglione vota contro giustificando il suo gesto con una poesia di Neruda.
interessante, se la poesia fosse stata veramente di Neruda.

solo in questo paese di merda anche la caduta del governo diventa una bufala

martedì 22 gennaio 2008

Primo Levi ci osserva cambiare il mondo

capita a tutti di avere delle idee geniali, a caso, nei momenti meno opportuni, nei luoghi più impensabili e soprattutto quando non si ha tempo nè modo di segnarsele.

mentre aspettavamo la professoressa per dare Elettrochimica applicata (in ritardo di soli quarantacinque minuti), nell'atrio storico di Corso Massimo D'Azeglio, abbiamo trovato il sistema per risolvere tutti i problemi energetici del mondo.

il tutto si basa su alcune semplici considerazioni.

1. i combustibili fossili non dureranno per sempre, e le tecnologie alternative esistono già.
2. è necessario trovare una soluzione al problema della sovrapopolazione terrestre.
3. i rifiuti inonderanno entro pochi anni le nostre città come già succede a Napoli.
4. i cinesi, è risaputo, non muoiono mai. diventano maiale in agrodolce.

la soluzione è lì, sotto gli occhi tutti. aggiungere un nuovo cassonetto della raccolta differenziata.

carta
plastica
vetro
metallo
organico
pile esaurite
mecidinali scaduti
cinesi morti

biomassa, ecco la soluzione a tutti i problemi del mondo. grazie Primo, anche noi siamo ammirati dalla tua intelligenza!

[viaggio in Svezia annullato per cause varie. scusa Drita, sarà per un'altra volta!]

lunedì 21 gennaio 2008

andare a Viareggio ma non andare al carnevale

è Gennaio, gli ex-Erasmus escono dal letargo autunnale e si ritrovano in gruppi. questa volta la scusa era una festa. ok, di feste insieme ne abbiamo fatte a volontà, ma questa era una festa di laurea. laurea quella vera, vecchio ordinamento, venti esami in cinque anni, mattonazzi che noi adepti dei moduli da uno ,massimo due, crediti ci sogniamo.

festa dicevamo, in periodo di carnevale. [sì, lo so, appena finito di digerire il panettone è già periodo di bugie]. spuntano discotecari anni 70, ballerine, coppie di folletti, arabi, gatti, ed anche un piccione. per compare solo un treno per Torino Porta Nuova. sto faticosamente trasformandomi in una persona seria!

venerdì 18 gennaio 2008

clementi

poverino! se uno nasce democristiano non potrà mai morire onesto...

lunedì 14 gennaio 2008

la parola della settimana #1

le mie parole della passata settimana sono state sindrome NIMBY e Web 2.0

di sindrome NIMBY (Not In My Back Yard) molto si è discusso, parlato a sproposito e a proposito dell'emergenza rifiuti a Napoli e provincia. e in Val Susa, nonstante tutto, tutte le notti qualcuno dorme ancora in una roulotte a Venaus, a presidiare permanentemente non si sa bene cosa. a rasentare la ben peggiore sindrome BANANA (Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anything)

di Web 2.0 ho avuto occasione di parlare in una serata con tre amici single da tempo. si discuteva del cambiamento universale dopo il boom di YouTube, ma sopratutto, di YouPorn.
Ah, gli amici single!

sabato 12 gennaio 2008

l'amore ai tempi del còlèra

còlera si dice in spagnolo, in italiano diciamo colèra.
il libro è sempre meglio del film, a quanto pare è regola universale che non conosce eccezioni di sorta.

l'amore che Gabriel Garcia Marquez immagina nella Colombia che cerca di superare il còlera è un affresco senza fine, sono tre amori diversi che si annodano e si incontrano. Florentino, passionale e amante del sesso, dedito alla sua amata fino alla fine, capace di resistere più di cinquant'anni nell'ombra, nell'attesa, senza mai abbandonare la propria amata. Fermina, che ama per abitudine, che si lascia portare dagli eventi, che a suo modo ama due uomini contemporaneamente, che non crede nell'importanza dei sentimenti, che cede quando capisce che non c'è età per l'amore. Juvenal, la razionalità di chi non si fa trascinare dagli eventi ed è capace di mettere a tacere il proprio cuore per evitare di perdere chi è più importante. che però ci tiene davvero, e ama sinceramente

l'amore che viene portato sul grande schermo avviene ai tempi del colèra. è una fiction in una sola puntata, senza nerbo e senza grazia. non ha toni sfumati, non rende le sottigliezze e il lirismo delle lunghe descrizioni di luoghi e protagonisti. è solo intrigo, flash di piccolezze quotidiane e trame da donnette. non bastano uno splendido Javeir Bardem e una graziosa Giovanna Mezzogiorno a salvare un progetto senza identità e con poche idee.

evitabile!

mercoledì 9 gennaio 2008

nei panni di Carlo Lucarelli

se questo fosse un film inizerebbe così:
esterno, giorno, tramonto di un giorno soleggiato e primaverile. un uomo da solo torna a casa a piedi dal lavoro con una valigetta in mano. nell'androne del palazzo lo attendo due uomini. "questa è una rapina", l'uomo reagisce, partono colpi di pistola. l'uomo si accascia sui gradini, gli altri escono dal palazzo come se niente fosse.

ma questo non è un film, è la realtà. l'uomo si chiama Amedeo Damiano, e la città si chiama Saluzzo. è la fine degli anni '80, e le pistole nelle grandi città spuntano come funghi.
ma questa è una piccola città, ai piedi del Monviso, di quel Nord che lavora e sopporta. in quel Nord in cui la mafia c'è ma non si fa vedere. in cui la massoneria ha ancora un peso non indifferente. in cui tanti vogliono fare soldi subito e senza tanti intralci.
storie complicate, di interessi che si intersecano. di gente onesta, che vuole vivere in un paese onesto. di personaggi senza scrupoli e con le spalle coperte. storie di depistaggi, di piste false, di versioni cambiate all'ultimo.

un uomo muore, tutti sanno chi è stato. eppure nessuno lo dice. eppure non si riesce a dimostrarlo. come sempre i pesci piccoli pagano, vanno i galera. quelli grossi no, quelli grossi restano liberi.

se questo fosse un libro, e lo è, inizierebbe così:
Saluzzo è piccola e pacifica. apparentemente. Saluzzo ha i suoi angoli bui. probabilmente. in un agguato, ammazzano il presidente dell'USSL. uno degli esponenti democristiani più in vista. Saluzzo continua ad essere piccola e pacifica. apparentemente.

il libro si chiama "Omicidio in danno del dottor A.", l'ha scritto un certo Sergio Anelli. racconta una storia insensata, drammatica e profetica.
ma potete non leggerlo, è pessimo.

domenica 6 gennaio 2008

un nuovo taglio di capelli

da Vienna mi porto a casa soprattutto questo: un nuovo taglio di capelli. corti, irregolari, con buchi e scalini. ma sentiti, con tanto affetto dentro e una buona dose di incoscienza.

Vienna è il ritrovo perfetto per gli ex-Erasmus lisboeti. ci vivono Roman, Sigrid, Maria, Michael e la sua famiglia. ci arrivano in aereo Aleka, da Limassol, Laura, da Amburgo, Giovanni, da Roma. ci arrivano in treno Ian, da Trieste, Saskia, da Mainz.

tutti un po' cresciuti, tutti un po' cambiati, tutti un po' nostalgici di quello che eravamo e di quello che è stato. e il nostro ritrovarci è così Erasmus e così diverso dall'Erasmus.

Vienna è una signora di una certa età ancora piacente che strizza l'occhio a chi ci si avvicina. appare stupenda, bellissima, esageratamente appariscente durante il giorno, e poi intima, affettuosa e rassicurante la notte. anche senza il sole brilla di una luce particolare, quasi un teatrale occhio di bue puntato sui caffè, le pasticcerie, le cristallerie, le sale da concerto.

il freddo, e poi la neve, e le pelliccie delle signore all'opera. ma anche le birre, le pettinature strane e la musica underground delle discoteche. e le due cose, stranamente, non stonano affatto