venerdì 31 agosto 2007

il saggio disse #2

Dio del cielo se mi vorrai amare
scendi dalle stelle e vienimi a cercare

(Fabrizio De André)

mercoledì 29 agosto 2007


[questo video va a coprire il buco di neuroni liberi creato dall'inusuale occupazione di spazio da parte di nozioni usa & getta]

sabato 25 agosto 2007

i fratelli Bergamasco popolano i miei sogni

a Belfast l'Italia quasi batte l'Irlanda, e gli appassionati di rugby iniziano a sognare.
sono un appassionato di rugby, ebbene sì. sono un appassionato di rugby "della domenica". nel senso che seguo sei nazioni e rare partite della nazionale trasmesse su la7. ma riconosco che il rugby è lo sport più mistico e filosofico che esista.

nel rugby c'è il senso della vita. a rugby può giocare chiunque, perché servono tutti, l'alto, l'astuto, il veloce, lo spesso, il basso. nel rugby non basta la forza fisica. anzi, i migliori spesso sono magrolini e non molto alti. a rugby possono giocare tutti, basta aver voglia di farsi male e non aver paura di contatto fisico e di dover cadere. bisogna essere veloci per scappare a chi ti vuole fermare, a volte è più utile cambiare gioco completamente che cercare inutilmente di sfondare dove è proprio impossibile. bisogna guardare quella porta là in fondo e pensare che si deve sudare per arrivarci. i fenomeni, i campioni, gli dei scesi in terra da soli non cambiano le partite.

nel rugby non si può avanzare senza prima consolidare bene le basi. aggiungere mattoni su fondamenta imperfette è proprio impossibile. non puoi affidarti a chi è più avanti di te, ma devi portare avanti la palla tutti insieme.

è una battaglia, ma è una battaglia prima di tutto contro se stessi, contro l'indole ad andare da soli, a dimenticarsi di chi è più indietro e a ostinarsi nei propri errori. è una battaglia contro gli avversari, ostinati nel non lasciarti passare e pronti a sfruttare ogni tuo minimo errore. ma è una battaglia di quelle medievali, cavalleresche. il rispetto delle regole è questione d'onore, nessuno prova a trassare, a fregare chi ha di fronte.

se tutti ci interessassimo più di rugby e meno di calcio forse le cose cambierebbero.

il calcio è uno sport per gentleman praticato da delinquenti.
il rugby è uno sport per delinquenti praticato da gentleman.
(Oscar Wilde)

[volevo parlare di tutt'altro oggi. ma la vita ti porta dove forse mai prima pensavi di andare.
per poi tornare sempre all'inizio]

giovedì 23 agosto 2007

il saggio disse #1

la fabbricazione del sapone è uno dei più antichi processi chimici di sintesi. a dir la verità non è così antico come quello della produzione dell'alcool etilico: evidentemente l'aspirazione degli uomini alla pulizia è molto più recente della loro tendenza all'ebbrezza

(Morrison Boyd, Chimica Organica)

martedì 21 agosto 2007

una serata diversa #1

insolente promessa sciocca vacua solenne di bastare a sè

Vernante, Chiesa della Confraternita, ore 23
Giovanni Lindo Ferretti presenta il suo nuovo libro: Reduce

Giovanni Lindo Ferretti è unico, è speciale, è straordinario. ti catture, ti ipnotizza, ti ammalia.

Giovanni Lindo Ferretti lo si ama, sempre e comunque. lo si ama quando rinnega il suo passato punkettone filosovietico per approdare ai lidi ben più sicuri dell'estremismo cattolico. lo si ama quando non la smette più di parlare di cavalli e lascia stare gli uomini. lo sia ama anche se non canta ma salmodia litanie in cui non è facile trovare un senso. lo si ama quando scrive un libro, va da Ferrara a pubblicizzarlo e ammette di aver votato Forza italia. l'uomo cambia, le parole che ha scritto no. lo si ama anche se la voce non gli permette più di urlare nel microfono, nè di stendere le sue cupe litanie, anche se la voce è stanca e roca. lo si ama anche se lascia chitarre distorte e tappeti di bassi per accontentarsi di un violino, di un organetto e di una beatbox umana. lo si ama perché è lui, perché si è cresciuti a con le sue canzoni, qualsiasi fosse il nome del gruppo.

lo si ama perché ha sempre un verso per ogni momento della tua vita.

densamente spopolata è la felicità

lunedì 20 agosto 2007

parlandoci #1

ore 04.30, Saluzzo (Cuneo), casa dei genitori di pappagheno

(zick)
pappagheno ancora sveglio? non ti sembra l'ora di andare a letto?
pappagheno (guardando lo specchio con disprezzo) non riesco a dormire.
pappagheno che hai?
pappagheno non riesco a dormire. ho appena finito un libro, adesso dovrò trovare qualcos'altro da fare.
pappagheno hai riletto di nuovo la fine di Alta fedeltà, vero?
pappagheno sì, lo sai che lo faccio di continuo. quando tornano insieme e lei gli prepara la festa a sorpresa.
pappagheno ma non aiuta, eh?
pappagheno no, per niente.
pappagheno che vuoi fare allora?
pappagheno riuscire a dormire.
pappagheno tu devi andare là fuori e fare finalmente qualcosa per cambiare la tua vita. mettiti un po' in gioco, datti una mossa!
pappagheno hai ragione, cazzo!
pappagheno certo che ho ragione...
pappagheno ma... alle quattro e mezza del mattino, in mutande?
pappagheno beh, no, in effetti... dai, lo faremo domani!
(zick)

venerdì 17 agosto 2007

di Carlo Levi, fuochi artificiali e altre invidie

[questo è un post autoreferenziale e forse inutile. attenzione: tenere fuori dalla portata dei bambini. potrebbe autodistruggersi in pochi secondi]

mi piace conoscere gente nuova, mi piace scoprire posti nuovi. per questo sono stato in Erasmus. ma anche l'Italia, e quello che sembrava un banale Ferragosto al mare può riservare sorprese ed emozioni stupende.

iniziamo dal luogo. ad Alassio, in una villa su una collina bellissima dove tutto trasuda storia, gli eucalipti, le palme, gli olivi. soprattutto i muri della casa, decadente e affascinante come solo le case degli artisti possono essere. affreschi alle pareti e vecchi libri polverosi, un atelier con vetrate sul mare. ci dipingeva e scriveva Carlo Levi, e riverenti al luogo ci siamo dileggianti con jam session e letture impegnate.

come se non bastasse questa fortuna d'altri tempi, ci siamo concessi (o meglio, imbucati) anche una cena sul molo, da cui un paio d'ore dopo sono stati sparati fuochi artificiali tra i più belli mai visti. rilassati sulla sedia, sul balcone, mentre sotto la ressa e la calca insostenibili rovinavano lo spettacolo a chi, suo malgrado, si trovava nelle retrovie.

incontri stupendi, ottimo vino, pizza napoletana vera, un cane insopportabile con occhi di colori diversi chiudono il quadro del quasi weekend.

intanto l'invidia pervade tutto. invidia per chi parte, per chi deve ancora iniziare quell'esperienza meravigliosa che è essere studenti erasmus. voglia di partire con loro, di ricominciare tutto da capo, di vivere tutto un'altra volta.
di non tornare alla normalità, soprattutto.

lunedì 13 agosto 2007

la vertigine non è

passo l'estate a fare ciò che non ho fatto nell'inverno: lavoro e studio

mi divido tra trasposizioni e montaggio di mobili, spettroscopia e tinteggiature, gruppi elettrondonatori e ustioni da vapore. a tempo perso pulisco le persiane.
alla veneranda età di ventidue anni non compiuti ho scoperto di patire l'altezza eccessiva. ovvero, in bilico su una scala malferma sul balcone al secondo piano, evito finché posso di guardare giù.

tutta la storia dell'uomo è rivolta, indirizzata, tesa all'altezza. crescere oltre le proprie spalle e arrivare lassù, dove dicono esserci dio. potrei fare esempi a volontà, dalle cattedrali gotiche alla mano di Maradona, dalle torri per gli assedi alla pelata di Gorbaciov, dalla guerra per lo spazio alle gambe della Seredova.

poi...

poi ci si rende conto che non ha senso. che stiamo tanto bene qui, in basso, dove i nostri due metri scarsi ci costringono a stare. che è meglio sedersi a bere una birra che affannarsi per arrivare dove mai si arriverà.

poi...

poi costruirono le scale malferme, e anche chi non aveva mai avuto problemi ha iniziato a soffrire di vertigini.

e non venitemi a raccontare di paura di cadere, e men che meno di voglia di volare.
io dovevo solo pulire le persiane, e mi sono tolto il pensiero per almeno un paio d'anni.

venerdì 10 agosto 2007

dovidjenja Dobrila

il profumo dei peperoni riempie la cucina, entri con fatica cercando di capire dove sei perché una coltre di fumo avvolge i mobili, gli oggetti, il cibo. lei chiacchiera, fuma, taglia cipolle e peperoni.
non si capisce granchè di quel che dice, però a suo modo ci prova. e la zuppa continua a cuocere sul grande bruciatore, le sigarette si spengono lentamente nel portacenere, il suo vociare allegro e incomprensibile si unisce a quello di tutto il sottocampo.

per tanti di noi Dobrila, la mamma di Boban, è stata un'istituzione a Sarajevo, con i suoi minestroni improbabili e le zuppe ricche (o piene?!?!) di ogni genere di cibo. le sue unghie laccate e le Drina sempre a portata di mano.

poi la vecchiaia avanza, i suoi occhi non sono più quelli di una volta, comincia a fare fatica a stare in piedi e smette di cucinare per questi boyscout, che tornano ogni tanto a trovarla per fare un saluto, per riportare a casa Nikolina e Tijana, perchè è un gesto di cortesia andare a trovare la mamma di un amico. soprattutto poi se ti ha aperto la porta di casa alle tre di notte, quando un deficiente ti ha distrutto l'auto e tu e i tuoi amici non sapete dove trascorrere la notte. Si va da Dobrila, lei ha sempre un posto per tutti.

Dobrila si e' spenta lunedì scorso, a Sarajevo.

mercoledì 8 agosto 2007

saudade

questa era la mia cucina
questo era un normale pijama party nella mia cucina
questa era la normale pazzia dei miei amici
queste sono fitte al cuore di malinconia


Mc Prestige - Braunschweig ist das Geilste

martedì 7 agosto 2007

prologo: nascita

'cause maybe you're gonna be the one that saves me
and after all you're my wonderwall

questo blog è (ri)nato il venti marzo duemilasette.

un giorno dal cielo limpido e dall'umore nuvoloso, col vento che spazza le palme e il naso gocciolante, il ponte rosso e il viso scuro.
"la vita è quella cosa che ti capita mentre sei occupato a fare altro" mi ricordava qualche tempo fa l'Indiano di Bombay.

e allora si ricomincia. perché fa piacere che ti dicano "ma quanto hai ragione?", perché ti dà soddisfazione quando "oh, ma è proprio la mia canzone preferita", perché forse si vive proprio per questo.
perché scrittore non lo sarò mai, e webmaster neanche. e allora ne approfitto finché sono giovane e non ho un cazzo da fare.