venerdì 23 novembre 2007

studiando biochimica

la vita mi ha sempre affascinato. questo concetto astratto che nessuno ha ancora ben capito se sia casuale o meno, che ci sostiene tutti, ci mantiene e ci rafforza.

qualche milione di anni fa una scarica elettrica, un fulmine insomma, fa unire due atomi di carbonio, tre di idrogeno, due di ossigeno e uno di azoto in una maniera inprevedibile. nasce la glicina, il più semplice degli amminoacidi. da lì in poi la catena non si ferma più.
tutto è conosciuto, lineare, sensato, funziona insomma. ma il motivo che ha portato tutti quegli atomi ad unirsi proprio in quel modo, a specializzarsi, a dividersi i compiti per dar vita a qualcosa di superiore proprio ci manca. la casualità, Dio (o come cazzo lo vogliate chiamare), l'inevitabilità, forse un aiuto esterno, fatto sta che oggi viviamo.

e studiare come facciamo a vivere è guardare dentro di noi, vedere come siamo così complicati ma in fondo così semplici e banali. è scoprire che, checché se ne dica, è il fosforo che ci tiene in vita, che non fa bene solo al cervello ma a tutto il corpo. è sapere che le tanto pubblicizzate vitamine ce le costruiamo da soli, ed è inutile comprarsele da ingoiare. è pensare che tutto ciò che buttiamo nell'aria, nell'acqua, nella terra, i rifiuti di questa nostra società, ci possono far male, ma noi siamo in grado di difenderci benissimo. è il lavoro di migliaia di persone che da migliaia di anni cercano di capire questa macchina perfetta e delicata che è il corpo umano. persone a cui se va bene viene intitolato un legame, o un intermedio di reazione. se gli va male, come alla maggior parte, solo una citazione nelle note in fondo al libro che nessuno legge.

la solidità proteine, la duttilità dei carboidrati, la tanto vituperata capacità di immagazzinare dei lipidi, la fondamentale stabilità degli acidi nucleici. e poi enzimi, vitamine, metalli essenziali che neanche ti immagini (il manganese chi lo considera mai?)

morale? la citrullina è, in assoluto, il mio amminoacido preferito

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nel grande romanzo della Biochimica il personaggio che suscita di più la mia simpatia, invece, è la timidina... Potrebbe tirarsela per la prestigiosa posizione sociale che occupa come appartenente al DNA, e invece è timidina: come si fa a non volerle bene?

Cuscuta