e famolo!
giovedì 6 novembre 2008
vogliamo fare quelli controcorrente?
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a sproposito di politica
mercoledì 15 ottobre 2008
via Valperga Caluso
Tremonti franeranno. Geologia in lotta
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a sproposito di politica
venerdì 9 maggio 2008
a futura memoria
per evitare, eventualmente, di dimenticare in che paese viviamo, consiglio di seguire il mio modestissimo esempio:
affiggiamo in una parte della casa ben visibile continuamente (io l'ho fatto sul guardaroba) la pagina del Corriere della Sera di ieri con le facce dei ministri della Repubblica e le relative biografie.
metti mai che un giorno ci venga in mente di votarli...
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a sproposito di politica, sensazioni
sabato 3 maggio 2008
la seconda carica dello stato
[sic!]
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a sproposito di politica
martedì 15 aprile 2008
le brutte notizie non vengono mai da sole
in questo paese che si merita la merda in cui si ritrova perché se l'è scelta non solo si liberano gli assassini ma gli si ridanno anche i soldi, tutti fino all'ultimo.
nel silenzio generale, che continua a coprire i mandati politici dell'omicidio di Amedeo Damiano e di altre centinaia di persone come lui.
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a sproposito di politica
lunedì 14 aprile 2008
anche la peggiore sconfitta elettorale sembra una vittoria quando si è perdutamente innamorati
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a sproposito di politica
venerdì 11 aprile 2008
pubblico annuncio
non posso esimermi dal dichiarare pubblicamente il mio voto, data la consuetudine di questo venerdì pre-elettorale nella blogosfera.
iniziamo col dire che andrò a votare, che non mi fanno tutti schifo e che non è vero che non cambia nulla. non è certo col populismo e col grillismo che migliorerà questa Italia. non annullerò la mia scheda, non voterò W la figa, non lascierò in bianco, non rifiuterò la mia scheda per evitare il finanziamento pubblico ai partiti. metterò la mia brava croce sul simbolo prescelto.
mio nonno, insieme a tantissimi altri, ha combattutto sulle montagne soffrendo freddo fame e paura, rischiando sempre di morire, per permettermi di poter esprimere liberamente le mie opinioni. e sarebbe una mancanza di rispetto enorme verso quegli eroi della nostra storia sprecare per ignoranza questa opportunità.
non voterò De Vita, D'Angeli, Ferrando, De Luca, Montanari, Rabellino, Stefanoni, Ferrante. perché non so chi sono. e quindi per quanto mi riguarda possono anche scomparire.
non voterò Berlusconi, Santanché, Fiore. perché stanno dalla parte sbagliata. chi più, chi meno, mi fanno schifo.
non voterò Casini, Veltroni. perché non stanno da nessuna parte. come danteschi ignavi meritano di stare all'ingresso dell'Inferno e patire pene per l'eternità.
non voterò Ferrara. perché è una testa di cazzo. oggettivamente.
non voterò Boselli. perché mi rappresenta, ma non entrerà in Parlamento a rappresentarmi.
voterò Bertinotti. perché è il meno peggio.
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domenica 2 marzo 2008
ma chi cazzo è Giò Di Tonno?
una coppia di (molto poco illustri) sconosciuti vince Sanremo. il premio della critica va ad un giovanotto fin qui noto per le sue efficaci liriche (puttana puttana/puttana la maestra).
la canzone dei primi è inquietantemente brutta, ma soprattutto rappresenta ciò che gli Italiani vorrebbero fosse questa Italia: un paese da cartolina.
alla maggior parte degli Italiani va benissimo passare ancora per spaghetti, pizza, mandolino, mafia. ci rappresenta la Torre di Pisa e le rovine di Pompei. siamo un paese immobile, che vive di ricordi e si rimira nello specchio delle macchine fotografiche giapponesi. non si fa niente per il futuro, d'altronde con un passato così perché preoccuparsene? non saremo mai un paese agricolo o industriale o un paradiso fiscale o il regno dei collezionisti di ragni. siamo, e saremo sempre perché ci va bene così, il palio di Siena e il carnevale di Venezia, i piccioni di Piazza Duomo e i gladiatori davanti al Colosseo. niente si muove, nessuno vuole che si muova nulla. delusione per quest'Italia, sempre e comunque. rassegnazione, quasi
[mia personalissima classifica: 5. Mario Venuti 4. Tricarico 3. Tiromancino 2. Sergio Cammariere 1. Max Gazzè. Tatangelo ultima e scaraventata nell'inceneritore di Brescia]
c'è un altro paese da cartolina agli onori della cronaca in questi giorni. come l'Italia immobile, fermo ai suoi gloriosi anni 70, agli stivali con gli speroni e alle camicie a quadri e ai cappelli a falda larga. si chiama Texas, e viene raccontato in maniera strepitosa in molti cinema da due geniali fratelli, Joel e Ethan Coen. le praterie sterminate, i apporti difficili col vicino messicano, ricettacolo di ogni tipo di malvagità, e ancora l'onore.
un film, dove a differenza dell'Italia, ognuno fa il proprio sporco lavoro. i buoni mediocri fanno i buoni mediocri, i buoni astuti fanno i buoni astuti, i cattivi di professione fanno i cattivi di professione, e i cattivi per davvero fanno i cattivi per davvero. ma in più si piegano al destino.
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mercoledì 20 febbraio 2008
c'è, in un'isola lontana, una favola cubana che vorrei tu conoscessi almeno un po'
da quando ho letto che Fidel ha lasciato la presidenza di Cuba nel mio iPod Daniele Silvestri canta in loop venceremos, adelante, o victoria o muerte.
per chi, come me, è nato in una famiglia di sinistra, Cuba è molto più di una semplice isola dei Caraibi, grande e dalle spiagge meravigliosa.
è provarci, è crederci, è sbagliare e riprovare, è un'idea diversa che vive, è uscire dagli schemi, è non rientrare negli schemi, è andare contro la forza col sostegno delle idee, è non farsi problemi ad andare controcorrente, è aiutare chi sta peggio, è la gente che si riappropria delle risorse del proprio territorio, è collaborazione tra i popoli, è scuola e sanità di altissimo livello e gratuita per tutti
è questo e tantissimo altro, molto sicuramente sbagliato e non condivisibile.
è però, e sempre lo resterà, l'esempio di chi ci ha provato, di chi ci ha creduto fino in fondo e non è sceso a compromessi, non si è piegato alla logica del pensiero dominante
adios, lider maximo...
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mercoledì 13 febbraio 2008
vischiosa Italia
la vittoria di Berlusconi alle elezioni è come la lingua nel primo bacio: sai che arriverà, ma la sgradevole sensazione di umido ti colpisce lo stesso
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giovedì 7 febbraio 2008
la nuova moda italiana
ogni tanto capita che in testa alle classifiche di vendita dei libri, in mezzo ai Dan Brown, agli Harry Potter, ai Baricco, ai Moccia, ai Coelho, agli istant book di Zelig, ai softporn di Melissa P., venga catapultato un saggio, magari economico, magari politico.
e per non sentirsi ignoranti o poco informati, tutti fanno finta di averlo letto, di star leggendolo, di essere in procinto di leggerlo, di avere intenzione di leggerlo.
anche a me capita di leggere i saggi che vanno di moda. ma un po' dopo, quando è finita l'onda di chi ha fatto finta di leggerlo e ne parla per sentito dire.
tanti anni fa l'ho fatto con No logo. ricordo la difficoltà di quelle seicento pagine di economia e sociologia così ostiche e per più di metà incomprensibili. e mi fa tenerezza e ammiro il me stesso quindicenne che con ostinazione cercava di capire qualcosa di più del mondo in cui viveva. lo stesso quindicenne, qualche mese dopo affrontava i Pappagalli verdi che all'epoca ancora attiravano l'attenzione delle masse.
poi è toccato a L'orda, a Regime, e ancora a Uccidete la democrazia. ma non sono tanto orgoglioso del pappagheno che si sobbarcava quelle inutili fatiche.
purtroppo ci sono ricascato ancora.
stavolta, ovviamente, è toccato a La casta. i duri e puri, inossidali, onnipresenti, Rizzo e Stella colpiscono ancora.
raccontano della politica italiana come nessuno ne aveva mai avuto il coraggio di parlare prima. balle! tutto già letto, tutto già scritto, tutto già detto. credo la parola esatta sia culo per indicare il successo commerciale di questa operazione pubblicitaria mediatica qualunquista.
è semplicemente uscita nella giusta congiuntura politica e mediatica [forse orchestrata da qualcuno che vuole ergersi a paladino dei cittadini per conquistare la gestione della cosa pubblica?] e ha surclassato decine di testi migliori che parlavano della stessa cosa.
tutto questo fa bene all'Italia? io credo decisamente di no.
un giorno qualcunaltro scriverà un libro così e tra i nomi citati troveremo tal Beppe Grillo da Genova, ex-comico ed ex-blogger. ma speriamo sinceramente che il popolo bue non sia tanto asino e lo lasci al suo pessimo sito.
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giovedì 24 gennaio 2008
amaro in bocca
il governo Prodi cade.
un coglione vota contro giustificando il suo gesto con una poesia di Neruda.
interessante, se la poesia fosse stata veramente di Neruda.
solo in questo paese di merda anche la caduta del governo diventa una bufala
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venerdì 18 gennaio 2008
clementi
poverino! se uno nasce democristiano non potrà mai morire onesto...
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mercoledì 19 dicembre 2007
gioco, partita, incontro
Caino ce l'ha fatta. li ha stesi tutti, con quelle armi della diplomazia e dello scambio in cui non era mai stato particolarmente capace.
è riuscito ad imporre il suo diritto a vivere, pur avendo sbagliato. è un diritto di una straordinaria umanità. anche se nei fatti non cambierà niente, il voto di ieri è di eccezionale importanza per le coscienze degli uomini e delle donne che credono che sia ora finalmente che ogni persona sulla faccia della terra abbia gli stessi diritti. un piccolo passo per l'umanità, ma nella direzione giusta.
nel frattempo, chi evade le tasse continuerà ad andare davanti al plotone di esecuzione in Cina e in parlamento in Italia
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venerdì 30 novembre 2007
politically correct
[lunedì 26/11 ore 23.30]
mi permettete una volgarità gratuita?
i Savoia sono proprio dei gran figli di troia!
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sabato 24 novembre 2007
addio e grazie per tutto il pesce?
le domande che ti sconvolgono l'esistenza.
un'amica, quasi a tradimento, qualche tempo fa mi ha chiesto: "ma se si torna a votare che facciamo? li votiamo di nuovo, come a dire complimenti per l'impegno, andrà meglio la prossima volta?"
e in effetti, è quello che mi sono chiesto da quel giorno davanti ad ogni telegiornale, ogni giornale, ogni notizia, ogni conversazione...
vengo da una famiglia di sinistra. un nonno partigiano, che quando il prete impegnato a benedire la casa strategicamente sotto elezioni tirava fuori il "santino" del candidato da votare da sotto la tonaca rispondeva "ca lasa mac sté, priur, ca mi sei co vutè!". i genitori da sempre impegnati nella politica locale, quella concreta, fatta di serate ad appiccicare manifesti e imbustare volantini, di associazioni e comitati. mai con una tessera in tasca, solo per fare qualcosa per migliorare la vita di chi ci sta intorno.
da sempre credo che sia necessaria una redistribuzione della ricchezza e uguali possibilità per tutti coloro che vengono al mondo. credo nella necessità di rilanciare l'economia ma in maniera sostenibile dal nostro pianeta, e nella indiscutibile necessità della pace.
l'ho votato questo governo, eccome, perché credevo che davvero potesse fare qualcosa. il ritiro dei soldati dall'Iraq e dall'Afghanistan, la commissione d'inchiesta sul G8 a Genova, leggi sulla fecondazione assistita e sulle coppie di fatto, fondi alla ricerca, ai giovani, alle famiglie in difficoltà, il blocco di scempi come MOSE e ponte sullo Stretto di Messina, lotta al precariato e in difesa dell'ambiente, un rilancio dell'economia che partisse dalla difesa del potere d'acquisto.
e invece lo ritrovo sotto scacco di Dini e di tutta un'altra serie di finti cattolici, con risorse coinvogliate alle imprese, nessun investimento per noi giovani e pure Mastella ministro della giustizia...
se in primavera si va a votare che faccio? mi riaffido a chi non ha fatto niente per me, per l'Italia, per il mondo?
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lunedì 15 ottobre 2007
walker sei tutti noi
ovvero: del perché non vado a votare alle primarie
[queste righe sono state scritte domenica mattina. ho sbagliato, o così pare]
sono un giovane elettore, attento alla politica nazionale ed internazionale, di sinistra e con ambizioni intellettuali. ho sempre votato DS nella speranza che si trasformasse in quel grande partito socialdemocratico che da sempre manca all'Italia.
penso di essere nella media dei giovani studenti della mia età, con grandi aspettative e desiderosi di risposte da chi ci governa. risposte che non arrivano o che sono sbagliate. c'è bisogno di più sinistra per cambiare le cose e il più grande partito della sinistra che fa? gira al centro e si fonde con i leccaculo del papa e i transfughi di migliaia di campagne sbagliate.
delusi come me sono in tanti, giovani soprattutto che vorrebbero veder cambiare davvero le cose, lavoratori precari, gente già di una certa età che pur non essendo comunista era entrato nel partito di Berlinguer e Occhetto, credendoci davvero che era possibile non morire democristiani.
anche per loro oggi non vado a spendere il mio euro per il Partito Democristiano.
e siamo in tanti, credo...
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domenica 23 settembre 2007
euskadi
ad un telegiornale della famiglia Berlusconi oggi c'era Michela Vittoria Brambilla che sentenziava qualche sua personalissima stronzata dalla sede dei suoi inutili Circoli della libertà.
distraendo l'attenzione dalle sue forbitissime e perfettamente calpestabili opinioni ho notato l'autorevole sfondo della sala: un campo azzurro con scritta in bianco "libertà" in molte lingue. niente di strano, data la continua lotta della signora Brambilla per la libertà, in particolare quella del suo principale. se non fosse che c'era anche scritto askatasuna, ovvero libertà in lingua basca, nonché nome di un famoso centro sociale torinese, non certo famoso per le sue idee conservatrici e retrograde a favore della libera impresa e dell'impunità del cavaliere.
qualcuno le ha detto che uno dei migliori amici del suo padrone quando era primo ministro in Spagna ha fatto di tutto per cancellare quel poco di askatasuna che si era faticosamente conquistato Euskadi?
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