ogni tanto capita che in testa alle classifiche di vendita dei libri, in mezzo ai Dan Brown, agli Harry Potter, ai Baricco, ai Moccia, ai Coelho, agli istant book di Zelig, ai softporn di Melissa P., venga catapultato un saggio, magari economico, magari politico.
e per non sentirsi ignoranti o poco informati, tutti fanno finta di averlo letto, di star leggendolo, di essere in procinto di leggerlo, di avere intenzione di leggerlo.
anche a me capita di leggere i saggi che vanno di moda. ma un po' dopo, quando è finita l'onda di chi ha fatto finta di leggerlo e ne parla per sentito dire.
tanti anni fa l'ho fatto con No logo. ricordo la difficoltà di quelle seicento pagine di economia e sociologia così ostiche e per più di metà incomprensibili. e mi fa tenerezza e ammiro il me stesso quindicenne che con ostinazione cercava di capire qualcosa di più del mondo in cui viveva. lo stesso quindicenne, qualche mese dopo affrontava i Pappagalli verdi che all'epoca ancora attiravano l'attenzione delle masse.
poi è toccato a L'orda, a Regime, e ancora a Uccidete la democrazia. ma non sono tanto orgoglioso del pappagheno che si sobbarcava quelle inutili fatiche.
purtroppo ci sono ricascato ancora.
stavolta, ovviamente, è toccato a La casta. i duri e puri, inossidali, onnipresenti, Rizzo e Stella colpiscono ancora.
raccontano della politica italiana come nessuno ne aveva mai avuto il coraggio di parlare prima. balle! tutto già letto, tutto già scritto, tutto già detto. credo la parola esatta sia culo per indicare il successo commerciale di questa operazione pubblicitaria mediatica qualunquista.
è semplicemente uscita nella giusta congiuntura politica e mediatica [forse orchestrata da qualcuno che vuole ergersi a paladino dei cittadini per conquistare la gestione della cosa pubblica?] e ha surclassato decine di testi migliori che parlavano della stessa cosa.
tutto questo fa bene all'Italia? io credo decisamente di no.
un giorno qualcunaltro scriverà un libro così e tra i nomi citati troveremo tal Beppe Grillo da Genova, ex-comico ed ex-blogger. ma speriamo sinceramente che il popolo bue non sia tanto asino e lo lasci al suo pessimo sito.
giovedì 7 febbraio 2008
la nuova moda italiana
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