sabato 15 settembre 2007

lassù nei verdi pascoli

è Settembre, l'Italia riscopre l'esistenza della provincia di Cuneo.

come ogni anno, i telegiornali tornano a parlare di quel relitto di posto incastonato tra Torino, il mare e la Francia. siamo talmente conosciuti in Italia e all'estero che non è poco abituale assistere a conversazioni del genere:

(stazione di porta nuova, torino. in coda alle biglietterie. venerdì pomeriggio. estate)

signora riccamente ingioiellata, lampadata e sgargiatamente vestita che per comodità chiameremo moira orfei scusi, giovanotto, posso passarle davanti? il mio treno per il mare parte tra poco, e sa, non vorrei perdere la prenotazione dell'albergo...
pappagheno guardi, signora, anch'io devo prendere quel treno.
moira orfei dove va lei?
pappagheno Saluzzo.
moira orfei ah, ci son stata una volta!
pappagheno davvero? le è piaciuto?
moira orfei oh sì, stupendo. paesaggi mozzafiato, una vita notturna entusiasmante. poi avete una spiaggia così bianca e un mare così pulito!

scoraggiati da cotanta stupidità si vorrebbe abbattere a testate gli ignoranti del mondo, o almeno impiccar loro il cane.

insomma, Cuneo torna agli onori della cronaca intorno al quindici di ogni settembre. e per qualche minuto si parla delle Langhe coperte di vigneti, delle città d'arte (Mondovì, Alba, Saluzzo), della pianura ricca e produttiva, delle montagne infinite, delle sorgenti del Po e del Monviso, il re di pietra. qualcuno si rende conto che esistiamo anche noi.

tutto perché un coglione neanche degno di essere nominato sale su una pietra a bere l'acqua dove hanno appena pisciato e cagato vacche e pecore. contento lui, contenti tutti!

[soundtrack: Modena city ramblers - Giro di vite]

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il Mistero di alcune Realtà Paesagistiche non sono discutibili.
Soprattutto quando magari si fa pagare ad un turista quell'acqua a tanto il bicchiere...

Anonimo ha detto...

Ho appena notato che stai leggedo il DeProfundis.

Io l'ho affrontato tempo fa per beffa agli pseudo-punk che inneggiavano a lui come scrittore eccellente, magari avendo letto solo il Ritratto e DeProfundis, nella speranza di una citazione di una qualche scena d'amore trasgressivo tra lui e dear Bosie. E farcendo il restante con uno di quegli orridi bisgnami di aforismi.

Finì che, anche se non lo direi mai e poi mai davanti ad uno di quegli assurdi esseri, ho apprezzato Wilde, ma, a differenza degli esseri, con la dovuta coscienza.
Ovvero leggendo Tragedie, Commedie, Novelle, Romanzi e Fiabe; testando il testabile per avere una visione, se non a 360°, un po' più vasta del classico.

Il DeProfundis poi offre un'opera unica in cui la sensibilità culturale di Wilde non è tarlata dalla sua presunzione artistica [e senza aforismi di sorta, alla "L'importanza di Essere Ernest/Fedele"].
Goditelo.