ho l'abitudine di studiare all'aria aperta. mi piace davvero tanto portare un quaderno, ma anche un libro, un giornale, una rivista, l'immancabile bottiglia d'acqua, il fido Andrew [non la volpe, l'iPod], se ho compagnia la coperta con gli orsi e distendermi sul prato del Valentino, o magari sulla sedia rossa nel mio giardino, o sulle panchine del Giardino Roccioso, o anche semplicemente con la sediolina di vimini sul balcone.
leggere, studiare all'aperto ha molti vantaggi. innanzitutto le variegate e moltepliciti possibilità di svago e distrazione. la tintarella poi, da non sottovalutare mai in questo mondo di fashion victims, e noi abilmente ci portiamo avanti con il lavoro già a inizio aprile. l'aria aperta e pura, l'ossigeno e il PM10 che scendono giù per i polmoni. indagini sociologiche e gossip a non finire. e poi il contatto con la gente, per capire cosa pensi davvero di Alitalia e dei rincari del pane.
però ieri un passerotto mi ha cagato sul braccio, maledetto lui, la sua specie, la sua famiglia e tutta la sua classe
martedì 1 aprile 2008
ah, la natura!
pensato e scritto da
pappagheno
alle
19:21
a sproposito di chimica, sensazioni
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2 commenti:
suppongo fosse il suo commento sulla vicenda Alitalia.
E sulla cordata italiana in particolare.
ti è andata bene, sallo chel passerello ha sbagliato mira, risallo. e sai anche chei piccioni ci vedono meglio chei passerelli.
eqquandoa tornerao dao lisboa, non puorciarti dietroa il galloa. lascialloa allà, a casoa sua.
intantoa buon viaggioa ;-)
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